IMPARIAMO PER MEGLIO
SERVIRE
LA PEDAGOGIA DEL SERVICE
LEARNING
“Fare del bene fa bene!” C’è una stretta
interconnessione tra l’apprendimento e il servizio alla comunità. L’apprendere
genera e sostiene la capacità di rendersi utili a se stessi e agli altri e il
servizio genera apprendimento. Queste le idee portanti del Convegno
internazionale promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica e dalla
LUMSA, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, Università e
Ricerca, nella prestigiosa sede della
Pontificia Accademia delle Scienze in Vaticano. Nell’occasione è stata espressa
viva gratitudine al cardinale Grocholewski che, proprio in quel giorno,
concludeva il suo servizio di Prefetto della Congregazione e ha voluto salutare
i partecipanti.
Il Convegno ha favorito la conoscenza della
proposta pedagogica del Service Learning,
un approccio che orienta gli studenti verso il servizio alla comunità, ed è
stato anche occasione per presentare la Scuola di Alta Formazione “Educare all’incontro e alla solidarietà”,
promossa dalla LUMSA e dalla Congregazione EC, diretta dal professor Italo Fiorin. L’intensa
giornata di lavoro ha favorito un ampio dibattito sulle problematiche connesse
al Service Learning grazie alla
partecipazione di esperti provenienti da varie parti del mondo (chiesa,
università, scuole, associazioni professionali, ...).
I frequenti interventi del Santo Padre, in questi
primi anni di pontificato, sono stati ripresi più volte nel corso dei lavori.
Infatti, papa Francesco ama ripetere che “il
mondo si può cambiare solo se cambia l’educazione” e che “per educare c’è bisogno del villaggio e non
dei serragli”. Ed ancora, il costante invito a fare della propria vita un
dono e organizzare “nuove forme di educazione a seconda delle varie situazioni e realtà”.
Il documento conciliare “Gravissimum Educationis”, ha evidenziato il Segretario della
Congregazione, Mons. Zani, nel saluto introduttivo, già mezzo secolo fa
dichiarava che “l’educazione favorisce
l’apertura dell’uomo al mondo”.
Il Service Learning
promuove la cultura del dono e del servizio e, pertanto, intraprendenza e
dinamica interazione tra scuola e mondo del volontariato, con un reciproco
arricchimento e sostegno, condividendo il valore della gratuità e della
solidarietà. Esso è connesso agli apprendimenti curriculari, che, grazie alla
dimensione pratica del servizio, possono essere appresi e verificati in
profondità, adeguatamente padroneggiati e ampiamente sviluppati.
Infatti, in quest’ottica, l’apprendimento disciplinare
crea impegno sociale, promuove spirito critico, motivazione, gratificazione,
competenza, responsabilità ed è quindi motore di cittadinanza attiva.
Il fare dell’apprendimento un servizio e del
servizio un apprendimento non si riduce ad un programma di iniziative ad hoc.
E’ pedagogia, metodologia ed anche filosofia: è uno specifico modo di essere
scuola, scuola vivace, accogliente e competente, aperta al territorio e al
mondo; scuola del pensare e dell’agire; spazio
significativo di vita in cui si apprende attivamente impegnandosi nella
soluzione di problemi reali e spendendo i saperi appresi a favore della
comunità . Non è una periodica ed estemporanea iniziativa auto gratificante, ma
stile quotidiano che caratterizza la realtà scolastica.
Il Service
Learning, pur non rientrando nell’ambito delle didattiche speciali, è un
approccio pedagogico efficace anche per la realizzazione di percorsi inclusivi.
Infatti, scardinando approcci di tipo esclusivamente assistenziale, rende gli
alunni con bisogni educativi speciali soggetti attivi di un processo di aiuto
verso gli altri, implementando la cultura della solidarietà e dell’accoglienza,
nonché della “competenza attiva”.
Esso è caratterizzato dall’apprendimento
cooperativo, dall’inclusione, dalla riflessività, dal riconoscimento e dalla piena valorizzazione dei talenti
personali, dalla cooperazione extrascolastica, da una progettualità che esalta
la dimensione del volontariato e del bene comune.
Il servizio favorisce il protagonismo dei giovani,
ma anche una feconda interazione tra docenti e discenti, tra generazioni e
competenze diverse, superando rigidità di fare e di essere provocate dal chiuso
delle istituzioni e delle aule scolastiche.
E’ necessario, però, ha opportunamente precisato il
professor Berlinguer, valorizzare pienamente l’autonomia scolastica, superare
la scuola chiusa, frammentata nell’organizzazione e negli apprendimenti, rigida
negli orari. Occorre cambiare l’impianto educativo complessivo per dare al
tempo scuola flessibilità ed unitarietà. Occorre valorizzare le risorse interne
ed esterne alla scuola, avere competenza e coraggio; riconoscere e legittimare
l’esperienza del volontariato.
Varie sono le esperienze di service learning nel
mondo, a tal punto che alcuni Ministeri dell’Istruzione (Argentina, Cile, Uruguay,
Olanda, Spagna, Svizzera …) hanno adottato dei programmi specifici.
La Scuola di Alta Formazione della LUMSA sta per
avviare specifiche iniziative di formazione e di confronto per sostenere le
istituzioni scolastiche interessate a sviluppare progetti di Service Learning.
Giovanni Perrone
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