giovedì 23 dicembre 2010

Educare - una sfida, un progetto, un impegno

Educare: una sfida, un progetto, un impegno

L’educazione delle giovani generazioni è un ineludibile impegno per ogni società; esprime e caratterizza la cultura di ogni popolo. I repentini cambiamenti del nostro tempo sovente provocano disorientamento e notevoli difficoltà in quanti hanno responsabilità educative e rendono tale impegno sempre più forte ed impellente. Nella stessa scuola si nota un profondo disagio, una diffusa fatica da parte degli insegnanti che talora si sentono disorientati e lamentano la grande difficoltà nel portare a termine adeguatamente il loro compito educativo e di vederne i frutti.
“Educare però non è mai stato facile. Lo sanno bene i genitori, gli insegnanti, i sacerdoti e tutti coloro che hanno dirette responsabilità educative. Si parla perciò di una grande emergenza educativa confermata dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita” .

“Si assiste a una perdita di senso dell’educazione strettamente legata allo smarrimento dei valori, soprattutto di quelli che sostengono le scelte di vita: la famiglia, il lavoro, le scelte morali. Così l’educazione soffre anch’essa dei mali che affliggono le nostre società: il diffuso soggettivismo, il relativismo morale ed il nichilismo. La tradizione pedagogica cattolica ribadisce con forza la centralità della persona umana nel percorso educativo. Una corretta impostazione pedagogica punta alla formazione integrale dell’uomo, facendolo accostare in maniera sistematica e critica alla cultura ed alla realtà. L’educazione deve poter contribuire a rendere i giovani capaci di aprirsi progressivamente alla realtà e di formarsi una sana e robusta concezione di vita in cui i valori spirituali, religiosi ed umani non siano estranei”.
In questo contesto grande è la responsabilità di tutti, consapevoli che il futuro del mondo dipende dall’assicurare alle giovani generazioni un’idonea formazione. Ci rivolgiamo, perciò, a quanti hanno a cuore l’educazione, ai cristiani impegnati nell’insegnamento e nel governo delle scuole, agli amministratori, ai decisori politici.
Infatti, c’è molto da fare nel campo dell’istruzione e della formazione per essere degni continuatori di una prestigiosa tradizione ma, soprattutto, per costruire una società migliore, una comunità che abbia veramente al centro la persona umana e la sua prospettiva di crescita civile; c’è molto da fare per estirpare varie forme di violenza ed assicurare un futuro migliore alle giovani generazioni, sovente disorientate da falsi valori ed umiliate dalla mancanza di un adeguato lavoro; c’è molto da fare per valorizzare pienamente le numerose risorse umane, culturali, religiose, ambientali. E ciò costituisce una pressante sfida per ciascuno di noi. Perciò, siamo tutti chiamati a ritrovare il coraggio di educare e ad aiutarci l’un l’altro per trovare le strategie educative più idonee a rispondere alle numerose sfide educative che l’oggi ci rivolge.
Particolare importanza ha il ruolo degli insegnanti, ai quali vanno sempre garantiti una formazione iniziale e in itinere di qualità, e nel contempo un adeguato riconoscimento sociale ed economico. Occorre, inoltre, assicurare ad ogni comunità scolastica le necessarie risorse perché possa soddisfare adeguatamente il diritto alla piena educazione di ogni persona.
“Il compito dell’insegnante non è solo quello di impartire informazioni o di provvedere ad una preparazione tecnica per portare benefici economici alla società; l’educazione non è e non deve essere mai considerata come puramente utilitaristica. Riguarda piuttosto formare la persona umana, preparare lui o lei a vivere la vita in pienezza – in poche parole riguarda educare alla saggezza. E la vera saggezza è inseparabile dalla conoscenza del Creatore perché “nelle sue mani siamo noi e le nostre parole, ogni sorta di conoscenza e ogni capacità operativa” (Sap 7,16)…. Infatti, Una buona scuola offre una formazione completa per l’intera persona ” .
Il servizio educativo è vocazione e dono. Dà all’’insegnante la possibilità di esercitare la carità della competenza. “L’educazione, proprio perché mira a rendere l’uomo più uomo, può autenticamente attuarsi solo in un contesto relazionale e comunitario” . E’ un servizio all’uomo e nel contempo a Dio. “Infatti, la gloria di Dio è l’uomo e la vita dell’uomo è manifestazione di Dio” . Perciò non può essere autoreferente ed individualista: l’educatore deve saper interagire coi colleghi e con tutti gli altri operatori scolastici, ma anche con le famiglie (che sono le prime responsabili dell’opera educativa), con le istituzioni, con l’ambiente ove opera. Ogni educatore deve possedere anzitutto fede nella vita, entusiasmo, fiducia nella sua opera e adeguata competenza, nonché coscienza di rispondere ad una specifica vocazione. “La vocazione è un appello che richiede una risposta libera e responsabile. Lo sviluppo umano integrale suppone la libertà responsabile della persona e dei popoli: nessuna struttura può garantire tale sviluppo al di fuori e al di sopra della responsabilità umana” . , C’è una stretta connessione tra chi annuncia la buona novella e chi insegna. Infatti, «c’è la medesima sollecitudine verso la perso¬na, c’è un’analoga volontà di farsene con amore e premura costante, perché sboccino, nella libertà, tutte le sue po¬tenzialità » .
Perciò, ogni azione educativa deve radicarsi nel bene in quanto non c’è vera educazione se l’educatore non sa nutrirsi del bene e non sa promuovere il bene di ogni persona e di ogni società. A proposito, ci piace ricordare il recente invito che il Sommo Pontefice ha rivolto ai giovani, ma che può opportunamente estendersi a tutti gli educatori: “Siate alberi che affondano le loro radici nel fiume del bene! Non abbiate paura di contrastare il male! Insieme, sarete come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutto, di portare vita e di rinnovare in modo profondo la vostra terra! “ . In particolare, l’insegnante cattolico, in qualsiasi scuola opera, deve saper testimoniare con la sua vita i valori del Vangelo, pur nel rispetto della cultura di ogni alunno e dell’ambiente; è chiamato ad essere nella comunità scolastica e nella comunità civile esempio di rettitudine morale, impegno sociale e culturale, relazionalità positiva, competenza professionale, dinamicità operativa; testimone di saggezza, sapienza, giustizia e verità.
La presenza di associazioni professionali di insegnanti e dirigenti scolastici cattolici è preziosa al fine di promuovere, sostenere ed accompagnare i cattolici impegnati nell’opera educativa. E’ garanzia di qualità per gli insegnanti e per le scuole ove operano. Perciò, riteniamo opportuna la promozione e la diffusione (a livello nazionale e locale) di tali associazioni, luoghi di crescita umana, culturale, professionale e religiosa. Ci preme, inoltre, evidenziare che per tutti coloro che dirigono le scuole o vi insegnano il far parte di un’associazione professionale costituisce una notevole risorsa per la maturazione di competenze umane e professionali, nonché testimonianza di impegno sociale ed educativo.
L’Unione Mondiale Insegnanti Cattolici è proprio sorta per essere punto di riferimento per gli insegnanti, per le associazioni di insegnanti cattolici e per le comunità scolastiche. E’, infatti, consapevole che solo una dinamica e responsabile interazione tra le scuole, tra gli insegnanti, tra tutti coloro che hanno a cuore il futuro delle giovani generazioni e della società può aiutare a trovare vie e strategie adeguate a superare i vari problemi educativi e sociali che l’oggi ci pone.
L’UMEC è voluta, orientata e sostenuta dal magistero della Chiesa. Essa fa suo il recente invito del Sommo Pontefice ad aver fiducia e coraggio: “A voi, fedeli laici, ripeto: non abbiate timore di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società, nelle molteplici situazioni dell’esistenza umana, soprattutto in quelle difficili! La fede vi dona la forza di Dio per essere sempre fiduciosi e coraggiosi, per andare avanti con nuova decisione, per prendere le iniziative necessarie a dare un volto sempre più bello alla vostra terra. E quando incontrate l’opposizione del mondo, sentite le parole dell’Apostolo: «Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro”.
Perciò, chiede a quanti ne hanno responsabilità di farsi promotori e sostenitori delle associazioni professionali di insegnanti e dirigenti scolastici che hanno le loro radici nella cultura e nella fede cattolica perché in ogni Paese ci sia un corale impegno a favore dell’educazione, si riscopra il coraggio e la gioia di educare, ogni scuola rafforzi la sua capacità di orientare e sostenere le nuove generazioni nel cammino verso il futuro, divenendo luogo privilegiato ove si apprende ad amare la vita, si sperimentano quei valori fondamentali che esaltano la dignità della persona umana, si esercita l’impegno concreto per la costruzione del bene comune.
Accoglie l’invito delle organizzazioni internazionali per un proficuo impegno al fine di “costruire la pace nelle menti delle genti” , in particolare:
- promuovendo l’educazione ad una cittadinanza attiva e responsabile;
- favorendo lo sviluppo di competenze interculturali al fine di costruire una cultura di comprensione, cooperazione e pace, perché scuole, insegnanti ed alunni sappiano operare ed interagire per costruire percorsi di generoso e fecondo impegno e di vera pace;
- prestando specifica attenzione alle situazioni di povertà, emarginazione e sottosviluppo . A proposito l’UMEC ritiene prioritaria l’istruzione per tutti: ogni persona ha il diritto di ricevere un’educazione – almeno primaria- gratuita e di qualità;
- curando la formazione dei giovani insegnanti perché sappiano guardare e far guardare al futuro con responsabilità, serenità e ottimismo, evitando ogni tentazione di falsi valori e modelli illusori, che, promettendo di riempire la vita, la disorientano, la svuotano, la alienano.
Ogni istituzione, ogni persona che opera nel campo dell’educazione è chiamata ad essere segno di speranza, a credere nel bene e a promuoverlo in ogni ambiente, a divenire punto di riferimento visibile e credibile per le giovani generazioni e per la comunità sociale.
Non dobbiamo aver paura delle numerose sfide che ci interpellano. Esse costituiscono un pressante invito a far meglio e di più. E’ un invito, in particolare, a trovare linguaggi ed azioni che rimettano al centro la persona; a saper promuovere intelligenze vive e volontà tenaci; a suscitare, alimentare e sostenere un cuore che sia ad un tempo consapevole della straordinaria bellezza della “condizione umana”, quindi “innamorato della vita” e, dall’altro anche fattivamente “riconoscente”, ossia capace di trafficare, distribuire e in qualche misura “restituire”, magari molto più fruttuoso di quanto lo abbia ricevuto, questo dono della vita che ha avuto.

Giovanni Perrone, componente Esecutivo
Gand, ottobre, 2010

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